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LA PATINA

Oggi parliamo di patina, un argomento sempre molto sentito dagli artisti che da anni lavorano con la FONDERIA ARTISTICA MARIANI, perché è la patina che conferisce all’opera scultorea quel tratto distintivo che parla dell’artista e connota il pezzo.

Chi si affaccia a questo mestiere e a questa arte, spesso si chiede e ci chiede come si applichi la patina, per cui abbiamo pensato di dedicare questo blog a condividere con voi alcune nozioni di base sull’applicazione di una patina calda a una scultura in bronzo.

LA PATINA

Photocredit @EnricoChelli

Per questo pezzo sono stati utilizzati diversi prodotti chimici come il nitrato di ferro, di rame, d’argento a seconda del colore che si vuole ottenere o delle diverse concentrazioni.

Di per sé connotati da una certa tossicità e pericolosità, quindi NON raccomandiamo di fare un uso “casalingo” e di maneggiarli nel proprio laboratorio, nel caso ne aveste uno, ma di affidarsi alle esperte mani di un professionista.

I prodotti chimici possono essere applicati con flaconi spray o spazzole per capelli, anche se noi lavoriamo solo con pennelli di setole naturali.

Perché setole naturali vi potreste chiedere?

Semplice, perché le spazzole sintetiche si scioglierebbero al contatto con il bronzo caldo, quindi evitatele.

Fondamentale sempre e comunque, utilizzare contenitori puliti per contenere le soluzioni chimiche e non utilizzare lo stesso pennello per sostanze chimiche diverse.

Altro step importante è accertarsi che l’oggetto su cui stiamo applicando la patina sia privo di sporco e grasso. Come fare? Noi usiamo il solfuro di potassio, che conferisce un velo di patina di base al bronzo, il quale, se scaldato non raggiunge così un colore oro, ma, piuttosto un colore bruno.

Si forma quindi un primo strato che deve essere uniformato con una spugna abrasiva di piccole dimensioni per evitare che incida troppo sulla patina successiva.

Dopo aver risciacquato tutto accuratamente, siamo pronti ad iniziare.

Il bronzo va riscaldato uniformemente, nulla può rovinare una patina più velocemente del lavorare un pezzo a temperature differenti, quindi, non abbiate fretta e siate molto, molto pazienti.

LA PATINA

Photocredit @EnricoChelli

Il bronzo è un buon conduttore e il calore si dissiperà rapidamente rendendo la superfice di un caldo colore uniforme.

Testate la temperatura spazzolando o spruzzando un po’ di acqua pulita sulla superficie, se sfrigola vuol dire che la temperatura è quella giusta per cominciare ad applicare i prodotti.

 Tenete presente che verranno applicati molti strati di sostanze chimiche diverse, quindi è necessario applicare ciascuno in modo adeguato, quanto basta affinché il bronzo sia coperto, senza mai eccedere e ricordate che se lo strato diventa troppo denso, le sostanze chimiche applicate sopra di esso tenderanno a sfaldarsi perché non saranno in grado di creare un legame chimico con il bronzo.

Se la scultura è complessa e si vuole ottenere un effetto di enfatizzazione dei diversi piani, non è necessario preoccuparsi di rendere la patina troppo uniforme e possiamo continuare a riscaldare ed applicare su tutto il pezzo.

In alcuni casi lo strato sarà meno uniforme, rispetto ai passaggi precedenti, per accentuare alcune parti del pezzo.

Qui si può concentrare più calore su determinate aree per ottenere toni più scuri o persino mettere la fiamma della torcia direttamente sul prodotto subito dopo che è stata applicato, determinando così l’intensità e la tonalità del colore.

Fate però attenzione a non “trascinare” le sostanze chimiche sottostanti in quanto ciò porterà a creare una patina fangosa, a meno che questo non sia il vostro scopo finale.

Alcuni di questi strati possono essere realizzati con spazzolatura a secco.

Come si fa?

Iniziamo con lo scuotere la maggior parte della sostanza chimica dal pennello e a spazzolare molto delicatamente gli strati alti del pezzo, metodo che si rivela particolarmente efficace nel mettere in risalto la trama di un pezzo, mentre si continua a lavorare sull’intero pezzo.

Poi passiamo a variare la quantità e il tipo di sostanza chimica per evidenziare la trama e aggiungere dinamismo alla scultura.

Non cercate di renderlo perfetto e tenete presente che applicando successivamente un paio di mani di cera sulla scultura, questa tende a uniformare il pezzo e ad aggiungere profondità alla superficie.

LA PATINA

Photocredit @EnricoChelli

Le patine più scure possono essere cerate quando il pezzo è caldo per aggiungere ricchezza, mentre le patine opache è meglio che vengano cerate quando il pezzo si è già raffreddato.

 Dopo che il pezzo si è raffreddato a temperatura ambiente, applicare due mani di cera a base di carnuba, mettendo la cera sull’intero pezzo, lasciandolo riposare per un paio di minuti e strofinandolo con un panno pulito e morbido (la lana funziona bene per questo).

Applicare una seconda mano sottile e lucidarla per dare un po’ di lucentezza.

Ricordate di non lasciare che la cera rimanga sulla superficie troppo a lungo, altrimenti diventa difficile strofinare.

Ma come si manutiene la patina per averla sempre perfetta?

Le sculture dovrebbero essere cerate almeno una volta all’anno per mantenere la patina, se il pezzo si trova all’interno, in un ambiente protetto dalle intemperie.

Se invece il pezzo è all’esterno, è necessario cerare due o tre volte l’anno per mantenerlo in buono stato.

Teniamo sempre presente che la patina è un organismo “vivente”, facilmente aggredibile dagli agenti esterni: luce, pioggia, sole, vento e potrà cambiare considerevolmente se non mantenuta.

Cosa ne dite? Vi sembra tutto chiaro? No, fateci domande qui sotto oppure inviatele al nostro profilo Facebook o al nostro account Instagram, saremo felici di esservi d’aiuto con preventivi ed informazioni.

 

 

LA PATINA

Photocredit @EnricoChelli

PIETRASANTA A WASHINGTON

PIETRASANTA A WASHINGTON, CON LA FONDERIA MARIANI

PIETRASANTA A WASHINGTON

Photocredit: Fonderia Artistica Mariani

Per raccontare la storia di un uomo che ha fatto grande la propria nazione non c’è strumento migliore dell’arte e, all’interno della vasta gamma dell’espressione artistica, niente è meglio e forse più evocativo della scultura.
Deve essere stato questo il motore primo, come direbbe Dante, che ha spinto l’artista Sergey Eylanbekov a raccontare, con il bronzo, la storia del grande statista, Generale e Presidente degli Stati Uniti, Dwight David Eisenhower, nato nel profondo Texas nel lontano 1890 e morto a Washington nel 1969, dopo una vita dedicata al servizio del suo paese.
Da sempre esponente del partito Repubblicano, la politica di Eisenhower si distinse per una forte spinta libertaria in economia e per un allargamento delle competenze degli Stati, finalizzati ad un contenimento della dottrina comunista, creando la così detta Dottrina Eisenhower.
Sono tre le fasi della vita di Eisenhower che Sergey Eylanbekov ha deciso di raccontare con la sua arte: Eisenhower bambino, Eisenhower soldato ed Eisenhower statista,

PIETRASANTA A WASHINGTON

Photocredit :@autotrasportiseardo

con un’opera in bronzo patinato, formata da 12 statue monumentali di altezza superiore ai 3 metri, che saranno inaugurate al Eisenhower Memorial, il prossimo maggio 2020 e che sono state realizzate dal 2017 ad oggi presso le sedi della Fonderia Artistica Mariani.
La sua carriera di stratega militare, che lo vide protagonista della Seconda Guerra Mondiale, viene così raccontata con figure imponenti, che fieramente indossano una divisa e che ci parlano del percorso che condusse Eisenhower a diventare Comandante Supremo delle Forze Armate.

PIETRASANTA A WASHINGTON

Photocredit :@autotrasportiseardo

Una carriera, quella militare, che si interruppe quando fu chiamato a “servire il paese” da un’altra prospettiva, candidandosi nelle file del partito Repubblicano e diventando, per due mandati consecutivi,l’amatissimo Presidente degli Stati Uniti.
Come non celebrare una così grande personalità?
Come non sentire la necessità di creare una memoria imperitura delle gesta di un uomo che, dal 1952 in poi guidò la sua nazione nella crescita dell’iniziativa privata e nell’espansione di una politica industriale che l’avrebbe trasformata nello stato guida per molti paesi nel mondo?
Il fascino di Eisenhower ha colpito la sensibilità di un artista come Sergej Eylanbekov,

PIETRASANTA A WASHINGTON

Photocredit : Sergej Eylanbekov ‘s web site.

che nato ed educato in Russia, ha sviluppato la sua creatività nell’arte figurativa, trasferendosi negli Usa negli anni ’90, realizzando opere di grande forza evocativa.
Da lungo tempo uno degli artisti che contribuiscono ad arricchire il portfolio della Fonderia Artistica Mariani, Sergej ha iniziato a lavorare sul progetto dell’Eisenhower Memorial un paio di anni fa, a Pietrasanta, attraverso bozzetti e modelli, attraverso incontri e visite con il nostro team di artigiani ed il nostro management, realizzando quella sinergia fondamentale tra artista ed artigiano che è la chiave di volta di ogni opera, che è la forza dell’artigianato pietrasantino, grazie alla quale, il progetto si sviluppa, dipana, cresce e si concretizza.
Un primo step importante della crescita di questa opera è stata la presentazione di un segmento dell’impianto monumentale alla cittadinanza di Pietrasanta, con una cerimonia che ha visto autorità e pubblico accomunati dal desiderio di esprimere una profonda gratitudine nei confronti di un artista che ha scelto da tempo la nostra città per produrre le sue opere, e nei confronti di un grande che ha fatto una parte della storia di un intero popolo.

PIETRASANTA A WASHINGTON

Photocredit :@autotrasportiseardo

Il Peltro

Il peltro, materiale che da millenni popola le nostre case ed i nostri ambienti, è una lega, come i più sanno, composta principalmente di stagno, per circa il 92%, a cui si aggiunge rame, in percentuale del 5% ed antimonio, in percentuale del 3%.

Anticamente, secondo la qualità e l’uso previsto, poteva contenere anche piombo, fino ad un massimo del 15%, ma dopo la scoperta della sua tossicità, il piombo è stato bandito rendendo la lavorazione del prodotto più sicura per la salute dell’operatore.

I primi riferimenti al peltro si trovano nella Bibbia, ma anche nelle iscrizioni romane d’epoca imperiale e, incredibile ma vero, in alcuni testi egizi.

Il Peltro

Il peltro viene da sempre utilizzato soprattutto in oggetti artistici, monili, trofei, vassoi, piatti, sia nella nostra vita quotidiana, sia nei riti religiosi e pagani e la sua lunga storia, forse dipende dal fatto che fonde a temperature relativamente basse, intorno ai 500 gradi, per cui non aveva bisogno di moderne tecnologie.

Il Peltro
Photocredit : Homelook.it

Un tempo si produceva colando una lega di stagno in forme di ferro e di ottone incise, e successivamente lavorandola con la tecnica della corrosione e della martellatura per ottenerne le forme della tradizione artigiana.

Oggi viene lavorato a caldo in stampi di ghisa, terra o gomma siliconica e poi rifinito a mano artigianalmente, oppure stampato in lastre e lavorato al tornio, ma sempre utilizzando tecniche prettamente artigianali.

La sua lavorazione richiede perizia e maestria, soprattutto al momento della saldatura, fase estremamente delicata e difficile, data la peculiarità del materiale stesso.

Il Peltro
Photocredit : Dedalopeltro.it

Forse in pochi sanno che questo materiale viene ancora oggi utilizzato per la fabbricazione delle canne d’organo il cui suono e la cui musicalità, riempiono di armonia le nostre chiese e le nostre sale da concerto.

Il Peltro
Photocredit : wikipedia

Ma é nel Medioevo che si ha il vero punto di svolta nella storia del peltro grazie alla nascita delle Corporazioni delle arti e dei mestieri, che videro lo sviluppo di comunità artigiane di fonditori di stagno e peltro.

In Italia, le storie del peltro e di Venezia si fusero nel XII secolo, come testimoniano gli statuti e gli ordinamenti che disciplinano i rapporti tra i singoli produttori, raccogliendoli nella corporazione dei peltrai di Venezia, sicuramente una delle più importanti in Europa che importava stagno dal Medio Oriente.

In Toscana, così’ come ci racconta Plinio il Vecchio, l’estrazione dello stagno, attività protrattasi per un lungo periodo, fu sospesa per editto imperiale e il materiale fu importato dalla lontana Cornovaglia.

Alla Fonderia Artistica Mariani, il peltro viene usato per fusioni di piccole e medie dimensioni, richieste da un mercato dell’arte che fa del peltro una lega molto apprezzata per l’assoluta precisione dei dettagli che risultano molto definiti, come si può evincere dalla foto di questo magnifico dettaglio di un’opera in corso di lavorazione.

Il Peltro
Photocredit : @Fonderiamariani

La procedura da noi adottata, é molto vicina a quella usata per fondere il bronzo e l’argento e produce un colore finale che spesso viene confuso con quello dell’argento, grazie alla sua lucentezza, rendendo le forme dell’opera attraenti per l’occhio dello spettatore.

Il Peltro
Photocredit : @Fonderiamariani.

La Rinascita del peltro, come materiale, vede il suo inizio in Italia dagli anni ’70, con l’avvento della legge che lo liberò dal piombo e dalle sue pericolosità e continua nei tempi moderni per la sua versatilità e per la sua caratteristica di ossidarsi molto poco, conservando un aspetto integro per un lungo periodo.

ARTIGIANATO MADE IN PIETRASANTA

Mio padre era solito dire che gli artigiani sono la mano degli artisti, mentre lucidava attentamente le forme e le superfici di questo o quel pezzo che era appena uscito dalla mano dello scalpellino e la storia tra artigiani ed artisti è una storia che dura da secoli, che vede un Michelangelo contornato da una scuola di artigiani che con lui e per lui lavoravano ai suoi capolavori, oggi esposti nei grandi musei del mondo.
Non si nasce artigiano, lo si diventa, con anni di esperienza, lavoro, fatica, apprendimento.

L’ARTIGIANATO MADE IN PIETRASANTA

Chiedetelo a Mirio, il più famoso scalpellino di Pietrasanta, che ha lavorato e lavora per i grandi artisti provenienti da tutto il mondo.
Vi dirà che il suo è un lavoro, che lui non ha l’idea, ma che sa come realizzarla.

L’ARTIGIANATO MADE IN PIETRASANTA

Parlate con Paolo, specializzato nel lavorare il Nero Belgio, materiale ostico e difficile, e lui vi dirà di come possa riprodurre, ingrandire, dare la giusta inclinazione, creare il giusto vuoto, il panneggio, le mani, ma vi dirà anche: “Io faccio quello che mi dice lo scultore”.
L’artista ha l’idea, l’artigiano la realizza.
L’artista ha un progetto, l’artigiano offre un servizio, di alta, altissima qualità.
L’artista è il creatore, l’artigiano lo supporta nella creazione.

Questo è il mantra dell’artigiano, che ha fatto e fa la storia di Pietrasanta, che ha fatto e fa la storia dell’arte.
L’artigiano, quello vero, conosce il proprio ruolo, lo esplora ogni giorno, si misura con esso e con le aspettative dell’artista.

Con umiltà e orgoglio, si mette in posizione di ascolto, legge tra le righe del bozzetto ed esegue, presta un servizio, senza mai discostarsi dall’idea dell’artista e, aspetta, aspetta il parere, il consiglio, le istruzioni dell’artista che deciderà, sovrano assoluto in questo campo, se quella o questa patina è quella giusta, se l’ombra che cade sul lato della scultura è quella che lui aveva immaginato.

Che sia bronzo o marmo, che sia pietra o legno, i formatori, i modellatori, i saldatori, i lucidatori, gli sbozzatori, i pannellisti, i manisti, i tornitori, ognuno nel proprio campo, ognuno con il proprio mestiere, partecipano alla creazione di un’opera, in simbiosi con il creatore, l’ideatore, diventando parte integrante di un tutto, facendo la loro parte.

Come racconta Mirio dall’alto dei suoi 82 anni:” Parto dal bozzetto e poi parlo con l’artista. Non mi serve altro. Ma senza il bozzetto e senza l’artista non saprei da dove iniziare, o forse farei un’altra cosa”.
Ruoli distinti, sono quelli dell’artigiano e dell’artista, ma al tempo stesso, ruoli sinergici, simbiotici, fondamentali.

Una ricerca continua, uno studio inarrestabile, un cammino a due, ecco il percorso che unisce indissolubilmente l’artista all’artigiano e l’artigiano all’artista oggi, come ieri, come domani.

L’ARTIGIANATO MADE IN PIETRASANTA

Il Bronzo

Il bronzo è una lega metallica composta principalmente da rame (Cu) e il bronzoda altri elementi che, in base alla tipologia e alla percentuale presente, ne variano le caratteristiche principali (temperatura di fusione, durezza, lavorabilità, fluidità della fusione, fragilità, etc.).

I primi metalli conosciuti dall’uomo furono l’oro e il rame. L’oro era raro e troppo tenero per cui il suo uso venne da subito riservato alla fabbricazione di gioielli ed elementi ornamentali, il rame e soprattutto una delle sue leghe, il bronzo, conquistarono presto un’importanza tale da dare il nome ad un intero periodo della storia dell’umanità (età del bronzo) e continuarono in seguito a seguirne il cammino fino anche ai nostri giorni.

il bronzoIl primo uso conosciuto del rame è la “battitura a freddo” attraverso la quale, circa 7000 anni fa, le popolazioni del neolitico cominciarono a produrre, oltre a monili ed ornamenti, utensili come ad esempio l’ascia in legno con lama in rame del famoso “uomo di Similaum”.

Nei loro tentativi di ricavare il prezioso metallo dai minerali ramiferi, in maniera probabilmente anche casuale, i nostri antenati scoprirono che, la presenza di varie impurità nel metallo fuso, ne miglioravano decisamente la durezza e resistenza. Da lì, il desiderio di poter capire e utilizzare a proprio vantaggio tali peculiarità, nasce quella a che potremo anche chiamare una protometallurgia.

L’uomo comincia a cercare di controllare e migliorare le tecniche di estrazione, di fusione, di lavorazione dei metalli, a conoscere le “leghe” a sperimentare come l’uso di diverse combinazioni di materiali possa via via essere più o meno adatto a scopi specifici.

Nasce l’età del bronzo ma cominciano anche le “età dei metalli” che il bronzoaccompagneranno tutta la storia dell’umanità, dai primitivi utensili egizi per lavorare la pietra alle leghe aerospaziali dei nostri giorni.
Se il bronzo nella storia è tristemente legato alla produzione di armi via via più “sofisticate ed “efficienti” lo stesso ci ha regalato e continua a regalarci opere d’arte spesso immortali, quasi ovvio citare, ad esempio, i bronzi di Riace.

E se la tecnologia bellica si è da tempo spostata verso altri metalli ed altri materiali, il progresso, per quanto riguarda le leghe da colata di uso artistico, prosegue senza sosta.
Come abbiamo detto il bronzo è una lega metallica, per definizione una “lega metallica” è un materiale metallico contenente 2 o più componenti di cui almeno uno è un metallo. Per quanto riguarda il “bronzo” esso definisce in generale una lega composta da rame (CU), in percentuale preponderante fino al 90%, e stagno (Sn) anche se questi elementi difficilmente si troveranno da soli all’interno della lega. La definizione di “bronzo” si è poi estesa a leghe prive di stagno ma contenenti, in percentuali variabili, rame, alluminio (Al) ed altri elementi.

Le leghe nascono per modificare le caratteristiche tipiche di un metallo “puro”, grazie a complessi processi chimico/fisici, miscelando vari componenti, si riesce ad ottenere un metallo con caratteristiche più desiderabili. Un esempio conosciuto da tutti è l’acciaio, ferro a cui viene aggiunta una minima percentuale di carbonio ed altri leganti ottenendo un metallo dalle peculiari caratteristiche di resistenza e durevolezza.

Le leghe che interessano il settore artistico sono leghe che fanno parte principalmente della categoria dei così detti “bronzi classici”. Leghe costituite da rame solitamente in percentuale tra l’85% e il 90% con l’aggiunta di stagno e altri elementi come il piombo (Pb), lo zinco, il manganese (Mn), fosforo(P), berillio (Be) etc.
il bronzo
Lo stagno ha principalmente lo scopo di abbassare il punto di fusione della lega, aumentarne la colabilità e la durezza. Aumentando via via la percentuale di stagno la lega diventa più fluida al momento della fusione ma anche più dura, fragile e difficilmente lavorabile una volta raffreddata per cui solitamente nelle leghe per il settore artistico non si va oltre il 10/12% di stagno.

Il piombo aumenta la fluidità della fusione e rende la lega più malleabile e più lavorabile superficialmente con l’uso degli utensili, nelle leghe di ultima generazione si tende a sostituire il piombo con altri leganti. Lo zinco aiuta a ridurre la presenza di gas all’interno della fusione e quindi la presenza di bolle e vuoti nel manufatto. Il nichel, oltre a migliorare le caratteristiche meccaniche della lega, aumenta la sua resistenza alla corrosione. Altri elementi come il fosforo e il berillio vengono aggiunti per aumentarne la durezza e ridurne la tendenza all’ossidazione.

Un particolare tipo di lega bronzea è il “bronzo bianco” dove una minor presenza di rame accompagnata da un’alta percentuale di zinco danno vita ad una lega bronzea dalla particolare resistenza all’ossidazione e dall’aspetto, una volta lucidato, simile all’argento o all’acciaio.

il bronzo

Il Bronzo

Una notte tra le stelle

Il 4 di luglio è una data importante.

E’ importante per gli americani, che ogni anno festeggiano il loro Indipendence day con feste, barbeques, fuochi d’artificio e follie a stelle e strisce.

E’ importante per chi porta il meraviglioso nome di Elisabetta che festeggia in questo giorno il proprio onomastico… ed.. è importante per la grande ultima, vera, diva italiana, la grande  Gina Lollobrigida che compie gli anni

Gina Lollobrigida Una notte tra le stelle

festeggiando, ogni anno, con gli amici, con feste eleganti, abiti sfarzosi e acconciature raffinate.

Ma questo anno, quest’anno…  il 4 luglio è stato veramente speciale, perché la grande Lollo, attrice di una bellezza indimenticabile e scultrice della nostra Fonderia, ha compiuto 90 anni in una nottata di festeggiamenti, che la Sua Roma, ha voluto dedicarLe, organizzando una meravigliosa torta in mezzo ad un bagno di folla festante, nella super chic Via Condotti e nella meravigliosa Piazza di Spagna.

Nessuno sapeva, o doveva sapere, che il 4 luglio è anche per noi della Fonderia Mariani, una data da segnare sul calendario in rosso…una data

importante.. perché è il giorno in cui è nata la nostra Cristina, che nel 2017.. lo stesso 4 luglio… ha deciso di compiere i suoi primi ..60 anni.

Gina Lollobrigida Una notte tra le stelle

Cristina era convinta di non festeggiare, decisa com’era a lasciare tutto lo spazio al grande festeggiamento di Gina e, discreta e gentile come sempre, non aveva parlato con nessuno degli ospiti alla cena, del suo compleanno…ma… una grande diva, non è una grande diva per niente e… in segreto Gina ha organizzato per Cristina una meravigliosa torta a sorpresa che Lei stessa ha consegnato davanti allo sguardo stupito delle centinaia di invitati che hanno seguito, divertiti, la scena.

Gina Lollobrigida Una notte tra le stelle

La faccia sorpresa della nostra Cristina, ci racconta delle emozioni che ha provato, della gioia che ha sentito e del piacere che ha vissuto, nel poter condividere questa sua serata… con Gina.

Al suo ritorno.. Cristina.. ha trovato ad aspettarLa un’altra sorpresa.. ma questa è un’altra storia…
Auguri Cristina, moglie, madre, perno e pilastro della Fonderia Mariani.