Da Pietrasanta con amore
Ricordato tra i dieci tenori più grandi di tutti i tempi, dalla voce squillante negli acuti e ricca nel mezzo, con un fraseggio chiaro e timbro limpido, il grande Luciano Pavarotti era noto anche come uomo di grande umanità e generosità.
Tutti ricordiamo le sue performances durante il Pavarotti & Friends con i super big della canzone pop di questi ultimi 30 anni e tutti ricordiamo le sue numerose collaborazioni (fra le quali, indimenticabile, la costituzione del gruppo dei Tre Tenori, con Plácido Domingo e José Carreras), che hanno consolidato una popolarità che gli ha dato fama mondiale anche al di fuori dell’ambito musicale, tanto da essere considerato uno dei più grandi tenori italiani di tutti i tempi.
Nel corso della sua imponente carriera, Pavarotti ha venduto oltre 100 milioni di dischi nel mondo, e si stima che sia, anche per vendite, fra i primissimi cantanti di ogni genere musicale, nonché il cantante italiano di maggior successo a livello internazionale.
Ormai un’icona del genere ed un personaggio di fama mondiale, Pavarotti, alla sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile sia nella mente che nel cuore degli appassionati d’opera e di bel canto e la città di Pietrasanta, da sempre sensibile al bello in tutte le sue declinazioni ha deciso di rendergli omaggio, con una sinergia tra le fonderie che ha portato alla realizzazione dell’opera dell’artista Stefano Pierotti, artista glocal, nato e cresciuto a Pietrasanta, ma attivo su molti mercati internazionali, con le sue opere e le sue grandi installazioni, tra le quali, ricordiamo il grande Cristo Morto e Risorto, che fu inaugurato nel 2000 in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Tor Vergata a Roma.
Emozione…
E’ quello di cui parla Pierotti, quando racconta la sua ultima fatica scultorea per rendere in bronzo la generosità di Pavarotti.
L’opera, alta circa due metri e larga un metro ed ottanta centimetri, installata su un basamento di 80 cm, è nata dalla sinergia di tre fonderie di Pietrasanta, una sinergia a cui la nostra Fonderia Mariani ha partecipato con gioia fornendo il bronzo e lavorando su quella che è la fase finale, talvolta la più delicata, della creazione di un opera in bronzo: la patinatura, rappresenta Pavarotti nella sua posa più nota, con le sue grandi e possenti braccia aperte al mondo, in un simbolico abbraccio di condivisione che continuerà per sempre, come per sempre le note della sua possente voce, ci accompagneranno nel corso della nostra vita.
Viva Pavarotti!
Viva Pietrasanta!
Da Pietrasanta con amore
Dialogo sul vetro
Con e di NICOLA AGOLINI
Fondere il vetro, é veramente possibile?
Chiede Barbara in una caldissima giornata di agosto di fronte ad un pezzo appena creato.
“Il vetro è un materiale molto particolare- risponde Nicola Agolini- esperto di leghe e innovatore inarrestabile della Fonderia Artistica Mariani-
…scientificamente si tratta di un solido amorfo e cioè di una sostanza solida le cui molecole sono disposte in modo caotico come in un liquido.
Ma alcuni mettono in dubbio questa definizione di solido e considerano il vetro un liquido ad elevata viscosità.
E se é certamente possibile fonderlo e raffreddarlo facendogli prendere forme diverse con diversi procedimenti, non diventerà però mai fluido come un normale liquido.
Per semplificare potremmo dire che anche se riscaldato non avrà mai la fluidità dell’acqua, ma al massimo quella del miele. Gli esempi di lavorazione del vetro sono molti anche nella storia, tuttavia noi abbiamo scelto di applicare la fusione a cera persa al vetro, un procedimento che non è molto diffuso, per il fatto che solo così la materia originale del modello che l’artista crea può essere resa fino ai minimi dettagli.
Da quanto tempo lo si fa?
Le prime testimonianze della lavorazione del vetro risalgono all’ antico Egitto,
alla Mesopotamia ed all’ isola di Creta e datano al 3100 Avanti Cristo, quando pare che gli egizi riuscissero a sintetizzare un particolare tipo di colore blu, il blu egizio appunto, proprio tramite la lavorazione del vetro.
La moderna tecnica di fusione del vetro non è molto diffusa rispetto agli altri tipi di lavorazione come la soffiatura, la composizione o l’impiombatura, perché è una tecnica molto più delicata e passibile di errore dato che necessita di maggior precisione nelle temperature e nei raffreddamenti.
Da dove nasce l’esigenza di fondere un materiale come il vetro?
L’estetica del vetro è unica, grazie ai suoi riflessi, alle sue trasparenze ed alla sua “matericità”…
Nella nostra fonderia abbiamo un continuo bisogno di sperimentare per dare maggiori possibilità di espressione agli artisti che lavorano con noi. Il vetro è ancora poco sperimentato e sicuramente ci sarà bisogno di studiare bene il materiale anche dal punto di vista espressivo per farlo rendere al meglio. In sostanza è un esperimento che facciamo con i nostri clienti, sperando che alcuni di loro possano così ampliare le loro possibilità espressive e noi le nostre possibilità tecniche.
Come si distingue, tecnicamente parlando, la fusione del vetro, da quella del bronzo?
Le due grandi differenze sono nella colata, nel raffreddamento e nella successiva lavorazione, e mentre nel vetro la colata avviene molto lentamente, nel bronzo è molto veloce (ore contro secondi)
Il raffreddamento del bronzo è anch’ esso veloce e si attua in una sola fase omogenea
(sicuramente meno problematica), nel vetro è invece essenziale dividere il raffreddamento in diverse fasi più veloci o più lente a seconda della temperatura e della massa e questa è sicuramente una fase critica perché se il raffreddamento non è bilanciato, si può perdere del tutto la trasparenza o rompere irreparabilmente la scultura,
Pensate che per freddare nel giusto modo alcune masse di vetro si può necessitare anche di mesi di tempo!
La lavorazione infine è molto meno problematica nel bronzo dove quasi tutto può essere riparato tramite cesello, abrasione o saldatura mentre nel vetro si deve ottenere una scultura quasi del tutto pronta già dal momento della fusione, perché qualsiasi lavorazione successiva rischia di distruggere tutto il lavoro fatto.
Quali sono le dimensioni che si possono ottenere con questa tecnica?
In questo momento siamo ancora in una fase sperimentale, sebbene avanzata, e le dimensioni sono circa 35 centimetri al massimo. Tuttavia se ci sarà interesse, potremmo senz’ altro aumentare. Abbiamo anche intenzione di sperimentare un tipo di fusione che permetterà di creare sculture cave, in modo da diminuire il tempo di raffreddamento.
A quali tematiche artistiche la fusione del vetro si presta di più?
Storicamente il vetro è stato usato per qualsiasi tipo di arte, dall’arte sacra al figurativo
dall’astratto, all’ architettura e persino al surrealismo.
Addirittura con le tecniche che già abbiamo sviluppato nella lavorazione dei metalli sarà sicuramente possibile abbinare i diversi materiali ottenendo così opere assolutamente nuove
L’unico limite è quello che ci crea la fisica del materiale ma soprattutto la nostra mente.
Il passo sospeso
Si è aperta a #Lucca, sabato 24 giugno 2017, #IlPassoSospeso, esplorazioni del limite, una mostra a cura di @AlessandroRomanini, che si terrà nella sede della #FondazioneRagghianti, in alcuni luoghi del centro storico e sulle mura della città.
Il “passo sospeso” cui si riferisce il titolo è l’atto di colui che sta per attraversare una linea di confine (materiale o immateriale) che separa un territorio noto da uno sconosciuto.
L’esposizione oltrepassa i confini del complesso monumentale di San Micheletto, sede della Fondazione Ragghianti, per irradiarsi nel centro storico e sulle mura di Lucca. Ed è proprio dalla secolare cerchia muraria, che caratterizza la morfologia urbana della città, che nasce l’idea della mostra.
Vero e proprio limes, le mura sono state un confine fisico e simbolico, da un lato hanno svolto un ruolo di protezione, dall’altro hanno permesso e incoraggiato lo sviluppo di relazioni internazionali e di transiti in un senso e nell’altro.
Le mura di Lucca ospitano i lavori di cinque Grandi Scultori, che, tra l’altro, fondono le loro opere alla FonderiaRtisticaMariani di #Pietrasanta,tutti accomunati dalla volontà di raccogliere l’eredità del passato trasferendola nella contemporaneità di questo inizio di millennio.
Porta Elisa, è sormontata dagli angeli in bronzo dell’artista polacco #IgorMitoraj, provenienti del parco archeologico di #Pompei.
Un monumentale #CavalloDiBronzo e basalto, accompagnato da un drappello di quindici cavalli in resina realizzati dall’artista messicano #GustavoAceves, campeggia nel baluardo di #SanDonato, al culmine del decumano massimo.
L’artista russo #AlexeyMorosov presenta due opere plastiche, parte dell’installazione #PontifexMaximus, da poco esposte al Museo Archeologico Nazionale di #Napoli e al Museo d’Arte Moderna di #Mosca
Le due sculture in bronzo dell’artista greca #SophiaVari, circondate dai resti del torrione cinquecentesco, creano una dialettica fra i confini dell’identità maschile e femminile, secondo forme astratte che rimandano alla policromia della scultura ellenista.
L’opera monumentale proteiforme in bronzo dell’artista giapponese #KanYasuda troneggia sul baluardo di #SanColombano e rappresenta l’approccio orientale alle forme plastiche, ricco di ritualità.
FUSIONE A CERA PERSA – LOST WAX CASTING
La fusione a cera persa è una tecnica di fusione in cui si prepara un modello di cera, direttamente o formandolo attraverso un negativo, che viene ricoperto da un involucro ceramico e poi viene disciolto all’interno di un forno generando così una cavità che verrà riempita dal metallo fuso.
This technique, known as lost wax casting (or micro casting), is another much used technique of transient shaping, where a wax model is prepared directly or by die-casting, that gets covered by a ceramic coating and then melt volat inside an oven, so creating an empty space, that will be filled up with fused metal
Il primo passo è pertanto costituito dalla produzione dei modelli in cera, tanti pezzi quante le sculture che devono essere prodotte. I modelli in cera vengono dotati di canali di alimentazione, poi rivestiti con un impasto ceramico che viene fatto solidificare.
The first step is therefore the creation of a wax model, in as many pieces as they are the elements that must be produced. The wax models are equipped with fueling channels then coated with a ceramic mixture that is then left to harden
Lo spessore del materiale di rivestimento deve essere tale da resistere al calore e alla pressione conseguente all’inserimento del metallo fuso; le operazioni di rivestimento verranno ripetute più volte fino ad ottenere un prodotto con le caratteristiche di resistenza richieste.
The coating material must be thick enough to resist the heat and the pressure caused by the metal being filled in. The clustering procedures may be repeated many times, as many as needed to have the needed resilience.
A questo punto la struttura viene posta nel forno, dove la cera fonde e si volatilizza, lasciando la forma pronta a ricevere il metallo. I getti prodotti con tale metodo risultano particolarmente fedeli all’originale e accurati nei dettagli.
At this stage the model is put in the oven, where wax melts and disappears, leaving the shape ready for the metal. This method produces castings identical to the original and very accurate details.
DASHI NAMDAKOV
#DashiNamdakov, uno dei grandi artisti che hanno scelto di fondere le loro opere alla #FonderiaArtisticaMariani #Pietrasanta, è stato insignito nel 2013 con il #PremioPietrasantaVersiliaNelMondo.
Nato in #Siberia nel 1967, in una cittadina sul confine russo-cinese, Dashi ha iniziato la sua carriera nel laboratorio dello scultore G. #Vasilyev, un artista molto noto a livello locale ed è stato ammesso alla Università di Belle Arti a #Krasnoyark, in Siberia dove la sua formazione artistica si è concretizzata.
Le sue sculture e i suoi disegni combinano innovazione ed antiche tradizioni e riflettono lo spirito e il mistero di una etnia quella #Buriata a cui l’artista appartiene.
#DashiNamdakov e Gengis Khan
La scultura in bronzo, alta 5 metri, rappresenta il leggendario condottiero mongolo Gengis Khan a cavallo del suo destriero e vuole onorare il guerriero in occasione del 850° anniversario della sua nascita.
L’opera presentata al Festival della scultura, è stata scelta nel 2010 per la selezione di una installazione a Marble Arch, l’arco di trionfo situato nei pressi di Hyde Park a Londra.
L’opera d’arte cattura lo sguardo per i dettagli intricati delle armature mongole e degli abiti medievali e per la stessa scelta di rappresentare un guerriero a cavallo che incarna l’essenza del nomadismo e porta la cultura degli antichi mongoli direttamente al pubblico.
La scultura è creata in collaborazione con i nostri artigiani e per facilitare il trasporto dell’opera a Londra, il cavaliere e la criniera del cavallo sono stati realizzati in modo da essere facilmente smontabili e assemblabili tramite incastri invisibili.
Ferdinando Botero
A Medelin, in Colombia, città natale di Ferdinando, nel quartiere della Candelaria, si trova Plaza Botero, una piazza unica al mondo grazie alle 23 statue in bronzo, donate dal maestro alla sua città natale.
Belle e maestose, con il museo vicino, la piazza e le sue opere sono ormai diventate un punto fisso per il turismo di Medellin e per gli art enthusiasts di tutto il mondo.
Nelle immediate vicinanze della piazza, sorge la basilica di Nuestra Signora della Candelaria, che, insieme alla Plaza Botero rende questa parte della Città un itinerario irrinunciabile per tutti i viaggiatori.
Le opere esposte, molte delle quali fuse dalla Fonderia Artistica Mariani, nei lunghi anni di collaborazione con questo straordinario scultore, rappresentano uno straordinario catalogo dell’itinerario artistico di Botero: da Adamo ed Eva alla Sfinge e al Soldato Romano, passando dalla Venus Dormida
all’ Hombre Caminante.